
La nostra metodologia
“La maggior parte della gente va dicendo per anni ad amici, terapeuti e coniugi quello che avrebbe dovuto dire a genitori e fratelli e non ha mai detto” J.L. Framo
Nel lavoro clinico fondiamo il nostro operato su una comune formazione analitica basata sulle teorie elaborate dal dottor Vittorio Volpi (psicoanalista milanese, 1936-1998), che coinvolge il genitore dello stesso sesso (genitore omologo) nelle sedute della persona seguita.
La presenza del genitore in seduta, oltre a permettere un’analisi più profonda della situazione, aiuta a diminuire la distanza tra genitore e figlio e a ristabilire una buona comunicazione.
La relazione e il rispecchiamento della figlia con la madre e del figlio con il padre, è funzionale alla formazione di un’identità specifica; li fa sentire riconosciuti e amati nella propria individualità. Il rapporto con la propria famiglia e la riscoperta dei propri legami familiari è basilare per il benessere di ogni individuo.
Il genitore omologo, quindi, partecipa al colloquio in quanto con la sua presenza e con le informazioni che riporta è una risorsa preziosa e un sostegno imprescindibile per il proprio figlio e anche per lo psicologo.
Quando il suo coinvolgimento è impossibile, il lavoro viene fatto sul ricordo dell’esperienza passata.
Sosteniamo inoltre il singolo, la coppia e la famiglia attraverso:
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l’ascolto emotivo quale strumento per la comprensione profonda delle dinamiche personali e relazionali dell’altro
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l’abbraccio tra genitore omologo e figlio quale strumento per ristabilire e rinforzare l’identità del figlio
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le tecniche espressive e creative che, attraverso il linguaggio simbolico, facilitano l’espressione dei sé e permettono di agire efficacemente sulle problematiche personali.
" I genitori possono donare ai figli solamente due cose:
le radici e le ali". Proverbio